Chiesa “Signore della Misericordia” | Un “cristallo” in un centro commerciale
Nella città di Monterrey, Messico, una chiesa intitolata al “Signore della Misericordia”, progetto firmato dallo studio Moneo Brock.
L’edificio privo di finestre e ornamenti, si presenta come una sorta di “cristallo bianco”, per via delle sue forme geometriche compenetrate ed irregolari, che nelle intenzioni del progettista, trovano giustificazione in una ricerca e una “cattura” della luce naturale che si proietti all’interno dell’edificio stesso.
Un’altra particolarità di questa chiesa, è data dal fatto che sorge annessa ad un grande centro commerciale, venendo praticamente a far parte del complesso.
L’entrata sorge su una piazza che ha una larghezza di 11,5 metri, che collega la grande e unica navata centrale con l’esterno. Idealmente, questa piazza, è disponibile per celebrazioni liturgiche che radunino una massa di fedeli che superi i 350 posti disponibili all’interno dell’edificio.
La chiesa consta, come accennato, principalmente in un’unica grande navata, larga 15 mt, lunga 18 e con una altezza di 15 mt.
Sono stati realizzate piccole cappelle laterali di cui una (la più vicina la presbiterio) dedicata al Tabernacolo e, presumibilmente, alla Adorazione Eucaristica
Troviamo poi uno “spazio di connessione” laterale (zona in alto a sinistra guardando la pianta), una sorta di vestibolo o anomalo narcete, posto tra il centro commerciale e la chiesa stessa, che gioca anch’esso oltre che sugli spazi e le geometrie, sulla luce e sul simbolo della vasca con acqua in movimento.
Sopra al presbiterio, campeggia una grande croce stilizzata, resa luminosa dalle “infiltrazioni” di luce. Si noti anche, posizionato sulla sinistra in alto, lo spazio dedicato al coro, che è stato oggetto di una precisa progettazione anche in funzione dell’acustica.
Il piano interrato dell’edificio è adibito a spazi multiuso, essendo a tutti gli effetti una chiesa-parrocchia, con tutte esigenze che una parrocchia porta con sé.
Anche tutti gli arredi interni, sono opera dello stesso studio di progettazione.
Personale analisi critica:
Sull’esterno si può dire che se non altro, a differenza di molto edifici sacri di concezione moderna, questa chiesa è più facilmente riconoscibile come tale, seppure manchino simboli più evidenti, come potrebbe essere una semplice croce. Il campanile può essere definito come tale, i volumi nel complesso hanno un vigoroso sviluppo verso l’alto e la livrea totalmente bianca, fa risaltare e distingue in modo evidente la struttura dal resto degli edifici circostanti.
Se veramente i volumi sono stati determinati da una ricerca del possibile riverbero della luce interna, questi si sono forse troppo “irrigiditi – e qui non solo in senso metaforico – proprio su questa ricerca.
Volumi come questi comunque sono da considerare nella loro visione a 360°, perché diversamente, inevitabilmente, avremo scorci e angolazione dove gli stessi risulteranno più o meno gradevoli ed equilibrati.
In questa vista ad esempio, il profilo della chiesa richiama e supera idealmente il profilo delle stesse montagne circostanti.
Peccato che quella che si può considerare un moderna interpretazione del classico rosone (che pure storicamente ha una precisa simbologia), sia stata relegata alla parete laterale (ovest) della chiesa, subito sopra l’ingresso.
Ma ormai del “rosone”, nelle chiese moderne, si è persa decisamente memoria…
Allo stesso modo l’entrata è piuttosto anonima, bassa e con qualche elemento che fisicamente e visivamente non facilita l’accesso.
Anche qui niente a vedere con le ampie entrate e porte, che da secoli hanno contraddistinto le nostre chiese – come per il rosone, con preciso significato simbolico.
Se osserviamo il presbiterio, noteremo che questo è irrimediabilmente schiacciato verso il basso dall’incombenza e dalla massa della superficie della parete che lo sovrasta, sebbene questa sia portatrice di una grande croce luminosa, di sicuro e diciamo pure scontato, effetto scenico.
Viene a mancare del tutto una qualunque simmetria che si sviluppi verso l’alto, in una simbolica dinamica che unisca Cielo e Terra proprio sull’asse dell’altare e, più in generale, di quello che potremmo considerare l’abside.
Il Tabernacolo, secondo i più recenti canoni (che richiamano di per sé quelli più antichi), è decentrato, anzi del tutto riposizionato, rispetto il centro del presbiterio ed è stato oggetto di una attento studio nel suo design che ha certamente valenze positive e apprezzabili.
Sarebbe forse stato più opportuno però, non destinarlo ad una cappella laterale del tutto nascosta alla vista entrando, sebbene questa appaia e richiami ad una adorazione del Santissimo più protetta e raccolta.
Bella la… come chiamarla? Piccola navata laterale, dedicata agli Oli Santi, che però come si può bene vedere, ricchezza della copertura del vano contenitore a parte – che richiama direttamente quello del Tabernacolo – per ampiezza di spazi, si direbbe meglio destinabile appunto al Tabernacolo ed alla eventuale Adorazione Eucaristica.
Non ho poi trovato traccia, nelle varie foto recuperate o in altre descrizioni dell’edifico, della presenza dei confessionali, né come elemento strutturale, né come “elemento di arredo liturgico” (ovviamente sono qualcosa di più di un semplice elemento di arredo).
Vero è che il Sacramento della Riconciliazione è piuttosto in crisi, ma questo non giustificherebbe la loro “scomparsa” e, a mio modo di vedere, nemmeno il relegarli in zona “nascosta”… ma forse è anche questo un “segno dei tempi”.
Un’ultima considerazione di carattere molto più generale.
Potrebbe sembrare considerazione irrilevante o di poco conto – che verosimilmente non coinvolge direttamente il progettista – che riguarda l’opportunità o meno di realizzare una chiesa, edificio di culto, nel contesto di una grande centro commerciale.
Pare che si sia voluto applicare il principio secondo il quale “se la gente non va più alla chiesa, portiamo la chiesa dove va la gente”…
Ora se questo principio può avere un preciso senso anche di carattere Evangelico – Cristo ha inviato i Dodici tra la gente e a incontrare la gente – qui non parliamo della Chiesa istituzione, ma del “luogo di culto”.
Un grande centro commerciale ha già i suoi “riti”, le sue “ricorrenze” e i suoi “ministri”, e non so se questa vicinanza, quasi simbiosi, può sortire realmente benefici influssi, per l’una o l’altra realtà.
Faccio un esempio molto concreto. Il “riposo settimanale e l’osservanza del precetto domenicale”.
Certo chi decidesse di fare un giro di acquisti di Domenica per dopo o prima, recarsi alla Santa Messa, sarebbe di certo facilitato, ma forse si è sottovalutata l’importanza del riposo della Domenica.
Riposo che non obbliga nessuno a non fare acquisti, ma che di certo obbliga al lavoro chi è occupato in questi grossi centri commerciali e non solo, molto spesso unicamente per la mera legge della domanda e dell’offerta (o se vogliamo dell’offerta e della risposta).
Certo è che se pochi fossero gli acquirenti, sarebbe anti-economico pagare straordinari per le aperture domenicali e questo gioverebbe non tanto all’osservanza di un precetto, ma al giusto riposo in un comune giorno festivo a vantaggio di tutti: credenti e non.
Non sono una mistica, quindi in chiese troppo “moderne” faccio una fatica incredibile a riuscire a pregare. Sob!
Grazie per le osservazioni che hai fatto.
Grazie a te Angela 😉
Caro Bariom, ti dico cosa ne penso.
Più che una costruzione architettonica sembra un oggetto di design. Il progettista potrebbe essere un buon grafico, ma qui manca un qualunque pur minimo rispetto classico, sia nelle proporzioni volumetriche che nella varietà armonica delle forme. Come giustamente rilevi la scenografia nell’insieme (e nei particolare) è piuttosto scontata (specie la croce luminosa!), tanto che sembra espressione delle nuove (ma ormai non più di tanto) tendenze della progettazione di spazi commerciali, e la location non fa che confermarlo al visitatore! L’esterno è un remake architettonico (e neanche tanto) del mito futurista-cubista un po’ più razionalizzante.
Nel complesso mi sembra proprio l’opposto di ciò che dovrebbe essere un luogo di culto “cattolico”, ma forse, ahimè, in linea coi mala tempora teologico-liturgici-pastorali odierni.
Beh caro amico (che credo di aver riconosciuto), devo dire che il tuo giudizio é molto duro… Posso solo aggiungere che tra tante realizzazioni moderne sul tema chiesa decisamente “stranianti”, questa non è tra le peggiori, ferme restando le critiche che ho sollevato e che dire “non è la peggio” rimane una magra consolazione.
Se non fosse una chiesa, non sarei così severo, e potrei arrivare a dire che si tratta di un esercizio di composizione architettonica quasi discreto.
Infatti, è vero, tra le nuove chiese non è la peggio, ma se non si cambia rotta…
Come cattolico, la mia preoccupazione si sta facendo drammaticamente crescente, perchè dall’incontro tra nuove tendenze liturgiche e architettura contemporanea, il “mistero” che il rito cela, o si corrompe imboccando la strada di un vago spiritualismo, o trasborda verso forme di religiosità esoterico-trascendentali. Una tragedia.
Ciao, Antonio
@Antonio, ti posso assicurare che la tua preoccupazione è da me assolutamente condivisa.
Nell’attesa BUON NATALE!
Ciao, io non sono in grado di dare un giudizio “tecnico”, ma questa chiesa non mi dispiace affatto, ci andrei a pregare…invece la cosa che mi ha fatto sobbalzare è proprio la location….giusto in questi giorni di shopping, dicevo a mio marito che sono stufa di sentire lamentele sul fatto che la gente è tutta ai centri commerciali e non “in paese”, “all’ombra del campanile”, in chiesa o in ambienti di ritrovo “sociale”, parrocchiali e non….le chiese venivano fondate dove nascevano borghi e città nuove, dove c’era la gente…perchè non andare noi dove adesso sta la gente, nelle nuove piazze e strade dei centri commerciali? secondo me è un’idea davvero geniale….certo, la questione del riposo festivo è un punto serio….però la chiesa sarebbe aperta non solo la domenica, le possibilità di incontro anche…e potrebbe essere aperta la domenica anche a centro commerciale chiuso…chi lo sa?
Buon Natale anche da parte mia!
Ciao Maria Cristina.
Si è vero, potrebbe essere una strategia quella dell’inserimento di questa chiesa in un luogo di grande afflusso di persone come un centro commerciale, ma potrebbe essere a mio parere un’arma a doppio taglio, per esempio anche per l’afflusso di un certo numero di semplici “curiosi”, con le problematiche che abbiamo anche oggi nelle chiese che sono anche “monumenti artistici” e che certo non penserei di chiudere ai visitatori, ma dove al contempo, bisogna garantire possibilità di dignitoso svolgimento del culto e il dovuto raccoglimento.
La problematica del “riposo settimanale” per come l’ho indicata, rimane. Anche se, come ho detto in anticipo, a molti può sembrare questione marginale.
Vedremo, vedremo nel concreto. Dopo un anno già dalla sua inaugurazione, già forse si potrebbe fare qualche bilancio, io però nel mio piccolo, non ho alcun dato…
Buon Natale a te e famiglia.
Grazie, buon Natale anche a voi (in ritardo…)
Ma sempre graditi 😉