Asimmetrie o “Reclinatio Capitis”.

Forse non ne avete mai sentito parlare, magari avete notato qualcosa di non perfettamente simmetrico (ma ci vuole occhio) e probabilmente non gli avete dato troppo peso dato che si tratta pur sempre di edifici piuttosto antichi – chiese nello specifico – e per di più la “reclinatio capitis” indica quella particolare “inclinazione del capo” che si riferisce al Cristo Crocefisso e all’iconografia quasi universalmente utilizzata nel rappresentare l’estremo supplizio di Nostro Signore Gesù Cristo, sia in pittura che in scultura che sia lignea o altro.

Giovanni 19,30

E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.

reclinatio capitis
Foto © Mario Barbieri
Crocifisso reclinatio capitis
Foto © Mario Barbieri

Per cui, perché ne parliamo in riferimento alle chiese come edificio, alla loro costruzione e alla loro architettura?
Perché a differenza di tantissimi esercizi di modernità di molte chiese recenti, magari avveniristiche, magari anche “belle”, ma che hanno perso completamente il valore dei simboli, sono diverse le chiese antiche per lo più di impianto Romanico o Gotico, non di rado di genesi Benedettina, che hanno inserito nella pianta dei loro edifici, proprio la simbologia della “reclinatio capitis“.

Dove e come lo hanno fatto?

Per lo più laddove troviamo una pianta a “croce latina”, ossatura di base dell’edificio e tipica dei periodo succitati che rimarrà invariata per parecchi secoli.

Croce latina
Tipica pianta a croce latina

Che il transetto sia più o meno esteso, la chiesa più o meno grande, è comunque più che evidente come la pianta richiami la forma di una croce, simbolo primo del Cristianesimo.
Cosa accade se in questa pianta inseriamo il simbolo della “reclinatio capitis“?

Ecco che l’intero transetto e quindi l’asse dell’abside, si inclinano verso sinistra, a simboleggiare il capo di Cristo reclinato sulla sua destra.

reclinatio capitis
Santa Prassede – Roma

Come in Santa Prassede a Roma oppure nella Basilica di San Benedetto Po (foto qui sotto) opera dell’architetto Giulio Romano, che vi consiglio caldamente di visitare.
C’è da sottolineare che l’esistenza della reclinatio capitis nell’abside non è ascrivibile a Giulio Romano, semmai a lui si deve l’aver mantenuto l’impianto dell’originario monastero benedettino fondato nel 1007.

San Benedetto Po
Foto © Mario Barbieri

In realtà è proprio presso questa abbazia che ho scoperto questa simbologia, grazie alla sapiente guida di Luigi, volontario della associazione che si occupa delle visite di questo interessantissimo complesso che meriterebbe un articolo dedicato.
Ad ogni modo, non ho una pianta per mostrarvi la singolarità di cui stiamo parlando, ma la sua esistenza è certa e dimostrabile in modo empirico: posizionatevi esattamente al centro della navata principale e poi avvicinatevi pian piano all’abside sul fondo, cercando di muovervi sempre in linea retta e noterete che quello che appare sulla destra in corrispondenza dell’iniziare dell’abside, è difforme e non sfuggente come ciò che potete vedere sul lato opposto.

Se ne ricava che tutto l’abside e il suo asse mediano, è inclinato verso sinistra e quindi segue la regola della reclinatio capitis.

Qualche altro esempio.

La bellissima cattedrale di Gerace risalente al 1100 c.a. con una superficie di 1690 mq.

cattedrale Gerace
cattedrale Gerace
reclinatio capitis
Cattedrale di Gerace – la più grande della Calabria

Risulta evidentissima dalla pianta, la presenza dell’inclinazione non solo dell’abside, ma di tutto il transetto che forma il braccio orizzontale della croce.

Abbazia di San Clemente a Casauria, nata da un ex voto, nell’871, anch’essa non a caso benedettina.

Abbazia San Clemente
Foto di Lino Corradi
reclinatio capitis


La bellissima Concattedrale di Ostuni

Fonte Wikimedia utente Tango7174
Arch. Giacinto Giglio per Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Arcidiocesi Brindisi – Ostuni

Infine, ma solo per non dilungarsi troppo, dato che altre ce ne sarebbero, facciamo un salto anche all’estero nell’Abbazia di Saint Denis nei pressi di Parigi. Primissimo esempio e prototipo del Gotico in Francia.

Abbazia Saint Denis - Gotico
Foto di Thomas Clouet

Se osserviamo la sua pianta, balza subito agli occhi la marcata inclinazione della parte retrostante l’altare maggiore. Questa parte di abside (in arancione) meglio definibile come “coro“, realizzata tra il 1140 e il 1144 per volere dell’abate Sugerio, si innesta sulla sottostante base della basilica Carolingia del VIII secolo (in verde) e ne rimarca l’inclinazione.

reclinatio capitis
Abbazia di Saint Denis

La ratio di questa inclinazione quindi quale sarebbe? Asimmetria “casuale” sin dalla fondazione di epoca carolingia? E perché mantenerla in una struttura sovrapposta, geometricamente così rigorosa come il Gotico nascente, che definisce tutto il restante delle forme dell’edificio.

Oppure si tratta ancora un volta dell’omaggio e del richiamo alla morte di Cristo in croce e alla reclinatio capitis?

Sia quel che sia, è interessante, laddove il richiamo simbolico è certo, constatare come questo sia posto a fondamento della pianta di queste chiese. Peraltro una simbologia che si potrebbe definire nascosta, un “mysterium” (qualcosa da svelare non che rimane per forza ignoto), come possono essere anche taluni Sacramenti se non approfonditi, come sono alcuni significati della Scrittura e che non di meno, sono e restano, fondamentali.

Per concludere vi rimando alla lettura di un documento Considerazione sulle asimmetrie di alcune chiese medievali che ho trovato molto interessante durante lo svolgimento di questa mia piccola ricerca di approfondimento.


Su tema: NARTECE | Un semplice patio?


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