Lifting di un “vecchio mobile moderno” | Furniture Lifting
Mettiamo abbiate un mobile da salotto moderno, diciamo anni ’80, di buona fattura, componibile, nel classico laccato nero opaco e lucido che tanto andava in quegli anni. Un mobile che vi ha un po’ stufato, ma che avrebbe ancora il “suo perché”, nella sua modularità e nella sua robustezza. Beh, è il mobile giusto per una operazione di “lifting”…
Questo è il mobile originale. In realtà già “rimaneggiato”. Da due più grandi, sfruttandone la componibilità, ne è stato ricreato uno solo più adatto agli spazi, dopo una ristrutturazione dell’appartamento.
Si può notare come lo specchio sul fondo della “cristalliera” (a sinistra della foto) sia già stato in parte nascosto da un foglio di compensato che lo coprirà totalmente. Questo élo specchio mal si adatta all’aspetto finale che assumerà il mobile e perché essendo incollato, non poteva essere smontato.
Ovviamente bisogna procedere con lo smontaggio di tutti i cassetti, di tutti gli sportelli e di tutte le ante.Per scelta si è deciso di non modificare l’interno, quindi si procede alla nastratura per preservare i vani e facilitare la colorazione dell’esterno.
Il colore di base nero (lucido e opaco) e una consistente laccatura, sarebbe un lavoro assurdo asportarla tutta e non avremmo poi una base adeguata. Essendo un prodotto industriale sotto lo smalto troveremmo solo dell’ MDF… quindi basta un buona passata di “scotch brite” e ovviamente una bella pulita, per preparare la base alla seguente verniciatura.
Si è deciso di non verniciare il mobile pezzo per pezzo, per mantenere e avere una maggiore visione e resa d’insieme e per praticità la parte sospesa, fissata a muro tale è rimasta.
Quindi si sono inseriti dei fogli di carta (qui non molto visibili) tra il mobile e il muro stesso, a proteggerlo durante i lavori.Dopo aver stuccato il compensato che copre lo specchio (non smontabile perché incollato), si inizia a verniciare con uno smalto acrilico o sintetico, la struttura del mobile con un beige piuttosto “caldo” e “aranciato”. Le mensole ed il top verranno poi verniciate in un “bianco latte”.
Qui è già terminata la prima fase di base del lavoro.
La struttura è beige, il top e le mensole – così come le ante e i frontali dei cassetti – sono verniciati in un bianco “latte” (non bianco ghiaccio che tende all’azzurro).
Sono già state tolte le nastrature.
Si rimontano le ante. Anche la cornice con vetro della cristalliera verniciata in bianco (qui si vede ancora la nastratura a proteggere il vetro). Per l’effetto finale in questa fase pur avendo il nero di base, non è importante che la copertura del bianco o del beige sia perfetta e senza aloni. A lavoro ultimato aloni e eventuali imperfezioni verranno a vantaggio dell’effetto generale.
Ora viene la parte più complessa del lavoro… si è scelto di creare un effetto anticato che su top, mensole e struttura richiami le venature del legno, impossibile da ottenere tramite levigatura o spazzolatura, non avendo il materiale di base (laccato nero) alcunché del legno naturale. Per fare questo bisogna procedere a pennello con una certa dimestichezza “manuale” a ricreare delle venature credibili, la cui intensità e “densità” sono a discrezione e gusto personale.
Un pennello largo quindi e cosa? Meglio evitare smalti sintetici, meno “pittorici” e difficili da gestire in caso di pennellate eccessive o che si volessero modificare. L’ideale sono colori ad olio (impiegano molto ad asciugare e possono essere puliti anche a straccio eventualmente) o, come in questo caso, la cera da mobili (disponibile in vari colori, ma meglio uno piuttosto scuro). La cera è un po’ più complessa da utilizzare a pennello, ma si ottengono degli effetti molto delicati e “morbidi”.
Qui sotto vediamo l’effetto ottenuto.
Di seguito possiamo vedere alcuni particolari della lavorazione. Nel top (come nelle mensole) si nota come con questa particolare finitura, anche ogni singola imperfezione, gioca a favore dell’effetto finale.
Il fronte dei cassetti e le ante sono stati lavorati invece “a staccio”, cioè una volta stesa la cera con abbondanza, la stessa viene rimossa con stracci puliti. Quanta lasciarne o quanta asportarne è sempre lasciato al gusto personale. Sui frontali dei 4 cassetti centrali, per aumentare il gioco dei contrasti e sottolinearne la geometria centrale degli elementi, è stata aggiunta una velatura di azzurro.
Qui vediamo il particolare dei pomelli. Quelli originali sono stati ovviamente tutti sostituiti con altri più consoni.
Una volta asciutta, la cera può essere ulteriormente asportata (straccio) a piacere, nei punti che aiutano a mettere in risalto le forme e a creare l’effetto “vissuto”, quindi spigoli vivi, punti di maggior contatto con le mani, ecc, ecc.
EFFETTO FINALE a lavoro ultimato
(una foto senza soprammobili era meglio…)
Ultima nota:
Il passaggio finale indispensabile consiste in una o due mani di protettivo trasparente, opaco o satinato, a proteggere il tutto e in particolare la cera, che è pur sempre cera e come tale, senza protettivo, verrebbe asportata in poco tempo.
Uno dei vantaggi di molti mobili di design moderno consiste nel fatto che possono essere trasformati in mobili classici aggiungendovi cornici, sagome e finiture “anticate” a piacere: tutto dipende poi dalla convenienza economica in rapporto al valore del mobile stesso, visto che un’intervento ben fatto può risultare relativamente costoso; naturalmente se viene eseguito dal cliente stesso per hobby e passione le cose sono un pò diverse…
Comunque, causa crisi, questi interventi “non-per-passione” credo siano in aumento.
Commento assolutamente sensato e condivisibile Ennio.
.
Posso solo aggiungere che c’è a volte anche la richiesta / esigenza, di voler mantenere un mobile per le sue caratteristiche formali e funzionali, dandogli però l’unicità che vien da un intervento “artigianale” come questo, grazie al quale un mobile “come tanti altri”, diventa un pezzo unico.
Concordo su tutto (anche sulla presenza dei soprammobili)…l’unica obiezione è il costo di tale lavoro?! Non credo che sia stato così esiguo…e poi dici bene un mobile “come tanti altri”…purtroppo talvolta questi interventi vengono fatti anche su pezzi unici…ma qui entriamo in un altro campo… complimenti idea carina!!!
Benvenuta Simona.
Obiezione sul costo del lavoro… un’operazione come questa si può aggirare sui 1.500/2.000 euro o più, non tanto per i materiali, ma per la variabile dei tempi (vanno rispettati certi passaggi) e per il fatto che in alcuni casi (come questo) le operazioni vanno fatte in loco. Poi ovviamente non esiste un “tariffario” e, in teoria, si dovrebbe pagare anche la “maestria” di chi lo esegue.
Al di là del caso in oggetto, anche questa variabile, è molto… variabile.
Ora un mobile nuovo di buona fattura, con finitura “industriali” di caratteristiche simili a quello in oggetto, supera facilmente i 1.500 ma anche i 2.000 euro, in taluni casi di poco, ma certamente un mobile nuovo già così “trattato”, li supera abbondantemente – diciamo pure che l’investimento raddoppia.
A conti fatti e prendendo come buono il punto di partenza di voler riutilizzare un mobile pre-esistente e di avere una finitura assolutamente personalizzata e da “pezzo unico”, mi pare l’operazione sia accettabile.
Riguardo gli interventi su pezzi “già unici”…. beh, ognuno fa quel che gli pare col suo. C’è che aveva una Rolls Royce … e la fatta gialla! 😉
Grazie per la benvenuta,
hai perfettamente ragione per quanta riguarda la Rolls Royce io la farei rossa…
Purtroppo faccio un lavoro (antiquario) che non mi permette di pensarla sempre così..anzi in 20 anni ho visto scempi, trasformazioni improbabili, etc su mobili, oggetti e dipinti di tutte le epoche da rimanerne un pochino sconvolta…ed è vero che dobbiamo fare, in quel che possiamo,
quello che ci pare ma direi che alcuni oggetti andrebbero conservati integri e nel loro valore ( vale anche x architettura).
Spero tu abbia capito il mio punto di vista…per il resto devo dire che concordo con l’intervento che è stato eseguito sul mobile…gli ha ridato vita…
Complimenti per il blog. Buona giornata
Non solo lo capisco (il tuo punto di vista), ma sottoscrivo in pieno! 😉
Grazie per i compimenti al blog, attendo qualche tuo nuovo commento…
L’intervento mi è molto piaciuto, nella prima fase di lavorazione ho fatto un po’ fatica a comprendere che tipo di intervento si stava facendo, alla fine ho convenuto che ha di molto migliorato il mobile! A mio avviso è molto curioso il fatto che si tenda a comprare mobili prodotti in serie, tutti uguali e un po’ impersonali, per poi decidere di desiderare un “tocco di unicità”… al di là di questa piccola riflessione, trovo davvero utile il fatto che ci siano tutti i vari passaggi della lavorazione, è interessante per chi come me progetta solo a livello scolastico (per adesso 😉 )!
Bel blog! Buona giornata!
Marghe considera che questo mobile aveva oltre 15 anni di onorato servizio e, volendo, altrettanti ne poteva fare (il che la dice lunga sulla qualità del prodotto).
Quindi in concetto non è stato “me lo compro e poi lo trasformo” (che poi se a uno gira così, padrone…), ma “il mobile mi piace ancora, fa il suo servizio, vorrei vederlo in un’altra luce” – che per la verità si rendeva necessaria anche per una intera ristrutturazione dell’appartamento.
Questo è quanto… ciao.