Nuova tendenza nelle cucine (?)
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Dopo la cucina DIESEL- SCAVOLINI ecco arrivare la proposta VALCUCINE che riprende lo steso concetto, almeno in quanto a design.
Sono cucine che io definisco (ma non solo io…) Garage-Kitchen, per certi versi “spartane”, ma solo all’apparenza, che utilizzano materiali spesso grezzi o simil-grezzi che appaiono, soprattutto per la proposta Scavolini, di provenienza “altra” da quella della cucina classica.
Proposte che personalmente trovo interessanti, calde, accoglienti, che sanno di vissuto già da nuove e che una volta composte (perchè sempre di moduli componibili si tratta) risulteranno probabilmente molto più personali di quelle high-tech dove tutto o quasi, rimane celato dietro asettici sportelli.
Nel prodotto Valcucine trovo solo un po’ ridondanti gli intarsi che sono proposti (spero come optional) sui montanti dei mobili, ma la differenza più importante sta nel fatto che quella di Valcucine è un prodotto già in commercio, mentre per Scavolini si tratta ancora di una proposta-prototipo da Salone del Mobile o simili. Chissà che la concorrenza non faccia affrettare la decisione di passare dalla “dream-car” alla vettura di tutti i giorni.
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AGGIORNAMENTO (dovuto)
Noto che questo articolo ha ancora un discreto ritorno di lettura seppure non molto ci sia da leggere, mi pare corretto quindi, specificare che ormai da tempo il modello DIESEL di Scavolini è assolutamente in commercio e lo si puo acquistare presso qualunque rivenditore o “toccare con mano” preso alcuni di essi.
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Purtroppo mi sembrano comunque molto simili al concetto IKEA, dei blocchi stand alone anch’essi componibili che ha mediato lo stile pratico svedese di questo tipo di cucine… Gli intarsi di “sine tempore” li trovo simpatici… e penso/spero siano personalizzabili per dare quel quid in più. Sarebbe auspicabile che la semplictà costruttiva e la povertà dei materiali abbinati ad una distribuzione della produzione sul territorio portassero ad un vero concetto ecologico del mercato e a costi contenuti.
Ciao Max, ben arrivato su questo blog.
Il concetto non è quello dei blocchi stand alone (per quanto taluni elementi li richiamino) ma si tratta sempre di composizioni a sviluppo lineare.
Non c’è una reale “semplicità” costruttiva, non più di quanta ve ne sia in qualunque altra tipologia di cucina. Lo stesso dicasi per la “povertà” dei materiali (oggi e decisamente più “povero” un pannello laminato che uno il legno seppur grezzo), quindi costi contenuti non ci scommetterei, anzi.
Se vogliamo il concetto “ecologico” (dando per scontata l’attenzione delle case produttrici ai cicli produttivi) sta nel fatto che ci troviamo difronte a proposte destinate a durare certamente nel tempo, e intendo oltre i dieci anni, quindi fuori da una logica strettamente consumistica.
Social kitchen e cioè la cucina Diesel with Scavolini sarà sul mercato dall’inizio del 2013. E’ certamente un prodotto non povero per qualità delle componenti o per interpretazione, che resta componibile nella sua interpretazione, pur presentato in alcune composizioni architetture che si sviluppano per blocchi. Ma la scelta dei materiali è tutta rivolta al senso del naturale, del grezzo, del vissuto, pur mantenendo un trattamento che li rende adatti all’utilizzo in cucina.
Grazie del commento Vittorio (so che viene da un “addetto ai lavori”) e benvenuto.
Gabriele Centazzo ha già disegnato, all’inizio della sua strepitosa avventura, cucine con lo stesso concept. Negli anni “70-80 dello scorso millennio, con la diffusione delle tematiche ecologiche, ci sono stati progetti analoghi decisamente interessanti. Uno che mi viene in mente è Gabbialibera, ma non ricordo con precisione il designer e l’azienda (forse Driade). E, poiché non esisteva ancora internet, quella cucina “non esiste”, peccato. Non mi pare che la tendenza illlustrata, sviluppata negli stessi anni anche da Bulthaup, abbia avuto un grande riscontro commerciale, da noi, si sa, è importante apparire e, quindi, meglio le isole da quattro metri tutto inox o il medium density laccato veneziano…
Giuste considerazioni… per il riscontro commerciale stiamo a vedere. I tempi cambiano 🙂
Non essendo un esperto in questo settore faccio solo 2 pratiche osservazioni:
– Ma nel quinto cassetto (h=2,00 m) voi cosa ci mettereste? Contando che la donna arriva con la testa al terzo..dovrei prendere una scaletta ogni volta?!?!
– Il vino in cucina??? Un paio di bottiglie ci possono stare, quelle che nel giro di una settimana o due vengono bevute (per comodità).. ma una quarantina di bottiglie magari pregiate voi le mettereste in mezzo a vapore, calore, etc etc???
Immagino il risultato..senza contare il piacere assoluto di maneggiare delle bottiglie unte..
Ciao Daniele.
Non c’è un 5° cassetto h 2 mt, anche perché lo guarderesti… da sotto!
Certo ci può essere un vano, con sportello o meno, e si, il più delle volte serve uno sgabello, ma non è obbligatorio il vano a quell’altezza, nasce dal fatto che come saprai anche tu, “lo spazio non è mai abbastanza” e anche in cucina hai “aggeggi” o “attrezzi” che usi una volta ogni tanto, quindi…
D’altra parte le armadiature sino a soffitto allora che senso avrebbero?
Comunque per la cronaca, esistono anche accessori, motorizzati o meno che portano ad altezza uomo (o donna) il contenuto di ripiani particolarmente alti.
Vino in cucina.
Maneggiare bottiglie unte, mi pare un po’ eccessivo vista la presenza ormai diffusissima di cappe “super-aspiranti” e di una cucina che è sempre più dietetica :-), ma concordo con te che il buon vino va tenuto in posti più appropriati.
Diciamo che quel che vedi nelle foto di Valcucine è un po’ una forzatura (a mio parere) oppure immagina la rastrelliera piena, alla fine di normalissime bottiglie d’acqua 🙂
Ma quando si propone un nuovo prodotto siamo certi che si faccia un adeguato sondaggio a coloro che poi la devono utilizzare????? Io non provengo dal settore ma vorrei lasciare due considerazioni: primo anche a me ricordano molto lo stile IKEA sicuramente con più attenzione ai particolari e alle finiture, ma praticamente per aver tutto esposto alla polvere e ai vapori che inevitabilmente si formano sulle superfici ( a meno che non hai una collaboratrice domestica, ti tocca praticamente pulire i ripiani e le stoviglie esposte frequentemente) compro IKEA e trovo che questo tipo di cucina sia bella sul catalogo, prova ad utilizzarla, o sei un tipo decisamente ordinato oppure diventa inguardabile…..concordo anche con l’esposizione inopportuna delle bottiglie….fatela vedere ad un intenditore di vini…rabbrividisce!!!
Resto una utilizzatrice, ma decisamente per comodità e per il tempo che ho a disposizione lavorando fuori casa preferisco una cucina con contenitori chiusi……
Cara Paola, queste sono proposte all’interno di una vasta gamma di modelli (Scavolini ne ha 36 o 37 mi pare…) dove puoi trovare diverse “filosofie”.
Trovi anche le cosiddette “cucine della nonna”, dove peraltro per tradizione e pratica, erano più le zone “aperte” che quelle chiuse da sportelli (magari c’era una tendina…), quindi ognuno sceglie secondo gusto e abitudine.
Sui vini hai perfettamente ragione, ma anche questo è un solo preciso elemento che può esserci come non esserci (poi magari non tutti hanno vini particolarmente pregiati, o ci metteranno… l’acqua!).
Date le tue esigenze non sceglierai magari mai un modello simile, ma è come per le autovetture: ce n’è per tutti i gusti.
Infine i “sondaggi” si fanno? Ogni Azienda ha le sue strategie. In questo settore si utilizzano le Fiere per sondare i commenti o specifici incontri con i rivenditori che pur non essendo il “pubblico”, hanno (si presume) esperienza e un occhio attento sui potenziali Clienti.
Vero Bariom, la gamma è vasta, i gusti da soddisfare tanti, questo è il bello della progettazione! All’interno dello stesso prodotto poi, tanti gli elementi che lo compongono. La cucina, nell’ottica dei sistemi, si deve adattare agli spazi, alle esigenze dell’individuo, deve essere necessarimaente componibile quindi. Non c’è un prodotto uguale all’altro. Nella modularità di Diesel Social Kitchen quindi si potranno trovare anche mobili più “tradizionali”, ma la bravura sarà quella di comporla non perdendo mai l’identità del prodotto e lo spirito del progetto.
Tra l’altro Vittorio (n.d.r. Vittorio è un “super addetto ai lavori”) la cucina, nelle varie componenti dell’arredamento di una casa, è quella che maggiormente richiede una progettazione specifica che deve tenere presenti molteplici fattori: gli spazi (come abbiamo detto…), la funzionalità, l’estetica, la praticità, la “durevolezza”, gli elettrodomestici, l’ergonomia, il contenimento… e anche il prezzo.
Il risultato è un mix il più possibile riuscito, sempre nell’ottica del Cliente che comunque va accompagnato, se non guidato.
In questo mix uno o altri dei fattori su citati, possono essere dominanti secondo una precisa scelta del Cliente: c’è chi guarda principalmente all’estetica, chi alla praticità, chi alla gestione millimetrica degli spazi, o, senza che questa sia una discriminante negativa, al budget (anche questa può essere una linea guida progettuale).
E di questi tempi è più che comprensibile 🙂
Scusa l’intromissione.. sono nuovo di qui… (non del settore)
Ottima descrizione Sig. Bariom … pienamente d’accordo … questa è la linea che ogni bravo arredatore deve seguire.. peccato che non succeda spesso.. a mio parere, una cucina di questo tipo nelle mani di comuni venditori, viene “equivocata” .. troppo familiare con l’impatto Ikea .. costosa come risulata naturalmente una buona cucina con materie naturali…. e così spesso fronteggio nel mio studio la solita Confusione che il cliente ha del mercato attuale … non sà più distinguere il perchè delle fascie di prezzo… a volte il cliente riesce perfino a confendere un Polimerico lucido da un buon Poliestere spazzolato.
L’idea di questa Cucina è buona anche se vedo un’organizzazione degli spazi un pò confusionaria .. ma sicuramente deve essere accompagnata da chi sà descriverla in ogni sua essenza e pregio.
grazie.
Grazie del commento e benvenuto.
Credo che quello che appare come organizzazione degli spazi un po’ “confusionaria”, sia solo la non abitudine ad un aspetto formale degli spazi.
Siamo probabilmente tutti (il Cliente medio soprattutto) abituati ad una visione che appare molto più razionale solo perché delimitata da spazi chiusi da sportelli e alte che nascondono gli “attrezzi” della cucina.
Io amo chiamare invece questo tipo di proposta “Garage-Kitchen” perché sono fatte per chi in cucina ci “lavora” spesso e volentieri.
Da amante dei motori e frequentatore di officine, so che gli spazi chiusi in un banco da lavoro ci sono, ma sono prevalenti gli spazi aperti dove tutto l’occorrente e gli attrezzi abituali, sono in bella mostra e a portata di mano (vedi le classiche rastrelliere).
Ed ecco che anche il problema della polvere che si posa, diventa un falso problema.. su quello che usi tutti i giorni più volte al giorno, la polvere fa fatica a posarsi 🙂
Sul problema del dare il giusto valore alle cose, il discorso sarebbe lungo e complesso e non esistono credo ricette risolutive.
Ciao a tutti. E’ uno stile che adoro. Qualcuno saprebbe indicarmi altre case che dispongono di modelli di cucine “lineari” (quindi non realizzate con pezzi stand alone) che tuttavia presentano questo stesso concept? Ne avete scovate altre oltre a queste di Valcuine e Scavolini? Magari a prezzi potenzialmente interessanti…
Ciao Ilaria benvenuta.
Non so se riesco ad aiutarti… attualmente non mi risulta molto di più, ma non posso neppure dirti che conosco tutte le novità di tutta la produzione attuale (sarebbe una spudorata menzogna).
In attesa di qualche altro contributo, potrei consigliarti di fare una ricerca con Google per immagini, con parole tipo “cucina open space” “new kitchen trend” e via discorrendo. Certo dovrai scorrere parecchie immagini, ma ti potresti imbattere in qualcosa di interessante 🙂
“Prezzi potenzialmente interessanti”, dipende a dal tuo budget… non è detto che le due linee qui proposte non li abbiano.
Ciao Ilaria, sempre sullo stile Garage Kitchen, puoi dare anche un’occhiata alla Atelier sempre di Scavolini che in alcune configurazioni si presta alla gestione a blocchi, pur conservando linearità.
Grazie mille! 🙂
Ma ………la sponsorizzazione Scavolini è ufficiale?
Cinzia, intanto benvenuta.
Penso il tuo commento voglia essere una battuta…
Prima di tutto mi pare in questo articoloi di non parlare solo di Scavolini, poi se scorri il mio blog troverai altri articoli rigurda specifici prodotti/oggetti, anche di Aziende blasonate (vedi ad esempio Nikon). Se tutte queste mi sponsorizzassero, come lavoro starei solo a scrivere qui… 🙂
Ovviamente essendo un blog personale lodo o critico ciò che credo, possibilmente argomentando. Ti invito a fare lo stesso.
Cmq si, le Cucine Scavoilini le conosco piuttosto bene.
salve,
visto la vostra competenza…soprattutto quella di vittorio…vorrei approfittare per chiedervi la fascia di prezzo delle cucine social diesel per scavolini!!! adoro adoro adoro…
grazie mille e grazie per questo blog molto molto utile!!!
Ciao Mia,
intanto benvenuta tra i “commentatori” e grazie per l’apprezzamento.
Per venire alla tua domanda anche rischiando di rimanere sul “generico”, certamente questa particolare linea di cucina, si posiziona su una fascia di mercato medio alta, non tanto e non solo per via dell’accostamento con il marchio Diesel (che non è solo un “bollino appiccicato”), ma anche per la ricerca dei materiali, delle superfici, degli accostamenti, che ne fanno un prodotto se non unico nel suo genere, sicuramente molto specifico ed originale.
Poi, come per tutte le cucine (Scavolini e non solo), il prezzo finale e determinato da una molteplicità di scelte e di impostazioni, oltre ovviamente dallo sviluppo della superficie da coprire… Banalmente, 3 mt di cucina, non mi costeranno come 6 mt… Nota bene – a parità di scelte – perché se realizzo 3 mt lineari di cucina con finitura, ad esempio laccato e vetro, top in “Corian”, piuttosto che in quarzo, con elettrodomestici di altissimo livello (e relativo prezzo), posso spendere anche tre volte tanto, rispetto 6 mt di cucina con soluzioni più “soft” (soft almeno rispetto il portafogli 😉 ).
Detto questo, il modo migliore per avere un dato certo, è rivolgersi ad un rivenditore (nel caso della Social Kitchen ovviamente Scavolini), per avere un preventivo, ma soprattutto il relativo progetto, cosa tra l’altro che è a costo zero…
Ah, visto che apprezzi il blog, iscriviti agli articoli, inserendo la tua mail nell’apposito menù qui sulla desta 😉
Ciao
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